La Trappola dei Parametri Soggettivi e la Superficialità
La scelta di un partner è una delle decisioni più significative della vita, eppure è spesso influenzata dai nostri schemi educativi appresi nell’infanzia e da una superficialità dettata da parametri puramente soggettivi e non consapevolizzati.
Tendiamo a ricercare un partner che rispecchi il nostro schema educativo familiare, oltre a parametri idealizzati che possono spaziare dall’attrattiva fisica stereotipata (l’altezza, il “tipo” predefinito) al successo professionale ostentato, o al mero allineamento con uno stile di vita superficiale (ad esempio, chi frequenta i locali “giusti”).
Quando questi criteri diventano l’unico metro di giudizio, si innesca un meccanismo di “selezione-catalogo”. Il potenziale partner viene valutato non per la sua interezza e complessità umana, ma per la sua aderenza a una lista di controllo rigida e autoimposta.
Questa rigidità è l’essenza della superficialità. Essa nega la possibilità di una valutazione obiettiva e lucida, poiché l’attenzione è focalizzata sull’esterno, sull’immagine o sullo status, piuttosto che sulla compatibilità profonda, sui valori condivisi, sulla maturità emotiva o sulla capacità di comunicazione.
Scegliere in questo modo significa spesso scegliere un’idea o una proiezione di ciò che ci appare conosciuto e familiare, anche se disfunzionale, piuttosto che una persona reale. Il risultato è che si rischia di costruire un rapporto su fondamenta fragili e potenzialmente tossiche.
Una volta svanita l’attrazione iniziale o mutato lo status, resta poco a sostenere il legame. In assenza di una valutazione che scavi oltre la patina, si finisce per legarsi a “gusci vuoti”, dove l’emersione della vera identità del partner innesca conflitti duraturi e non riesce a soddisfare il bisogno umano di connessione autentica.
L’Importanza della Libertà Emotiva di Scelta
Nei miei percorsi in Synesia Emozioni, ho posto la consapevolezza emotiva come antidoto a questa superficialità e agli schemi mentali che guidano la scelta del partner. Questo antidoto risiede nella conquista della libertà emotiva di scelta.
Questa libertà non significa assenza di criteri, ma piuttosto la capacità di scegliere senza essere prigionieri delle proprie o altrui aspettative irrazionali, delle pressioni sociali o delle insicurezze personali.
La libertà emotiva implica innanzitutto la conoscenza di sé: sapere chi siamo, cosa desideriamo realmente in una relazione e quali sono i nostri valori irrinunciabili, distinguendoli dai desideri passeggeri o superficiali. Permette di valutare l’altro con lucida obiettività, riconoscendone i meriti e i difetti senza idealizzazione.
Una persona emotivamente libera non sceglie un partner per “risolvere” una propria carenza (come la paura della solitudine o il bisogno di convalida sociale), ma lo sceglie per condividere e arricchire la propria vita già completa.
Questa lucidità si traduce nella capacità di scardinare i parametri autoimposti quando questi si rivelano limitanti. Permette di vedere e apprezzare qualità meno appariscenti ma infinitamente più preziose, come l’integrità, la gentilezza, l’intelligenza emotiva e la resilienza.
Scegliere con libertà emotiva, per me, significa prendere una decisione consapevole e matura che onora l’autenticità di entrambi. In questo modo si pongono le basi per un legame che può evolvere e resistere sia alle sfide della vita che al mutare delle stagioni dell’età, poiché è fondato sulla vera essenza delle persone, e non sulle loro maschere inconsapevoli.
Questo amore maturo sa persistere anche quando tutto è difficile, sostenuto dalla consapevolezza emotiva. È un legame fatto di accoglienza e resilienza, che nutre ogni giorno la promessa di un amore profondo e duraturo.
Questo, per me, è il significato di educarsi per crescere e ritrovarsi.
Un abbraccio
Buone Emozioni
Peppe
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