Molti di noi ritengono che il proprio carattere sia una struttura estremamente rigida e immutabile nel corso della vita. Di conseguenza, si presume che non possa cambiare.
Addirittura, tendiamo a utilizzare il carattere per auto-definirci, ricorrendo a etichette come “timido”, “aggressivo” o “pigro” con ferma convinzione. Questo atteggiamento finisce per precludere la possibilità di esprimere e adottare modalità comportamentali diverse da questi termini predefiniti.
È importante ricordare che ciò che rende il cambiamento particolarmente arduo è proprio l’auto-definizione rigida del proprio carattere. In questo modo, infatti, si finisce per determinare in anticipo il comportamento da adottare in future situazioni simili. Si sceglie, in sostanza, di replicare la stessa abitudine.
Immaginare questa dinamica aiuta a comprendere come essa conduca a rimanere intrappolati in un futuro prevedibile.
È possibile superare questa tendenza attraverso un aumento costante e consapevole dell’esposizione a nuove abitudini. Questo processo permetterà di accumulare nuove conferme sulla propria capacità di adottare comportamenti alternativi.
Il messaggio fondamentale è, quindi, di non dare mai per scontato che il carattere sia una entità stabile e non modificabile nel tempo, indipendentemente dall’età, dalle esperienze e dal contesto.
Attraverso un percorso educativo graduale, è possibile far emergere le risorse interiori che consentono di migliorare aspetti specifici della vita, come le relazioni affettive, le dinamiche sociali e le abilità comunicative.
Buone Emozioni
Beppe
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